Ad ogni modo, faccio lavori di co-produzione tutti i giorni e verso la fine dell’anno troverò sicuramente il tempo per fare un paio di tracce nuove, probabilmente un misto tra techno, deep house minimalista con qualche influenza dub… Oggi mi sento più che pronto per ricominciare a lavorare su progetti miei ma, per fortuna, i miei clienti mi tengono così occupato che faccio davvero fatica a trovare il tempo per farlo. Nello stesso momento però alcune persone hanno cominciato a avvicinarmi perché apprezzavano il suono delle mie produzioni e così ho cominciato la mia carriera come mixing engineer. Il motivo principale è che non ero rimasto completamente soddisfatto di come la label aveva gestito la pubblicazione del secondo disco e sentivo il bisogno di una pausa. Quel periodo è stato un alto punto di svolta per me, ho prodotto due album in poco più di 18 mesi e alla fine del secondo mi sentivo esausto. Gli ultimi CD sono del 2005 per Llava e 2006 per Airmate, hai idea di pubblicare qualcosa di nuovo prossimamente? Hai avuto collaborazioni con grandi nomi e mescolato stili molto diversi tra loro esplorando vari generi in tutti gli album.
Llava e Airmate sono i tuoi due progetti musicali. Germain con “Alabama Blues”, Etienne de Crecy/Superdiscount, “Prix Choc” con il bellissimo sample di Grant Green, Metro Area, alcune cose Naked Music tipo Petalpusher, è così che mi sono avvicinato alla musica da club. All’epoca c’erano anche pezzi house che m’interessavano come il primo St. Non ho mai suonato musica contemporanea, principalmente pezzi rari, soul, latini, jazz, bossa nova e ancora oggi, la mia collezione di dischi è una grande fonte di ispirazione. Nello stesso periodo ho cominciato anche a fare il dj. Mi ricordo ancora la prima volta che l’ho ascoltato, mi ha colpito come un fulmine e ho capito subito che per me l’epoca dei riff e degli assoli di chitarra era finita. Penso che il primo album dei Portishead sia stato un grande punto di svolta per me. Era quel periodo eclettico in cui ogni due mesi in UK veniva fuori un nuovo genere break beat e mi piaceva molto il trip hop. Nella seconda metà degli anni ’90 mi sono spostato sempre di più verso l’elettronica. Quando ho cominciato la mia principale fonte d’ispirazione è stata la collezione di dischi di mio padre, per la maggior parte Brit Rock degli anni ’60 e ’70 – Beatles, Rolling Stones, Pink Floyd, Led Zeppelin e soci.
Veramente ho cominciato a fare musica molto prima, ho iniziato a prendere lezioni di chitarra alla fine degli anni ’80 quando avevo dieci anni. Ho letto sul tuo sito che hai cominciato la carriera come produttore nel 2000, quali sono le tue principali influenze e riferimenti? In futuro, ho in progetto di prendere un assistente che mi aiuti con alcune delle attività.
Abbiamo anche una barca, mi piace molto usarla nei weekend, mi serve per ripulire la mente e prepararmi ad una nuova, intensa settimana in studio. Non lavoro mai nei fine settimana e d’estate mi piace passare il tempo nella nostra piccola casa in campagna. Comunque, credo sia importante trovare un buon equilibrio. Mixing engineer, produttore, consulente, scrivi per Sound On Sound, come fai a far stare tutto in 24 ore?īella domanda… Sono abituato a lavorare molte ore in studio, nove, dieci, qualche volta dodici, anche quattordici ore al giorno, ma va bene così, amo il mio lavoro.
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